In un paesino sul Lago Maggiore che si chiama Oggebbio, che qualcuno si ricorda per il libro di Piero Chiara “La stanza del vescovo” e qualcun’altro si ricorda per il film omonimo del 1977 con Ornella Muti giovanissima e Ugo Tognazzi…ora vive e lavora un appassionatissimo apicoltore: Andrea Biscuola.
Un pò più sopra del ridente paesino Andrea tiene il suo apiario, così si chiama tutto l’insieme delle arnie (le case delle api), e dei suoi alveari (le famiglie di api) con a capo la famosissima ape regina.
Si inizia con le acacie, quest’anno già a fine aprile, solitamente a maggio.
E’ il periodo in cui Andrea deve scegliere se farle sciamare, e quindi moltiplicare le famiglie di api che sono considerate un super organismo, oppure se farle iniziare a produrre il loro oro dolce e prezioso.
Ciò che per le mucche o le capre si chiama transumanza, cioè lo spostamento verso pascoli più in alto per il periodo estivo, ha il suo corrispettivo nel mondo delle api e viene chiamato, appunto, nomadismo.
A Oggebbio e nei dintorni, in basso, alla fioritura delle acacie segue il periodo di produzione del miele millefiori, mentre in alto, sulla strada per andare a Macugnaga, in zona Bannio Anzino (che già conosciamo per la produzione dei formaggi di capra) Andrea sposta alcune arnie per la produzione del miele di tiglio.
I mesi di lavoro più intenso sono maggio, giugno e luglio: sono i mesi in cui Andrea sposta le api alla ricerca delle “giuste fioriture”.
In soli dieci anni Andrea è arrivato a produrre, in collaborazione con le sue api, un miele che ha ricevuto più premi.
Il miele di flora alpina premiato con “la goccia d’oro” è prodotto in Val Antrona tra i 1400 e i 1500 metri sopra il livello del mare. Qui fiorisce, ad esempio, il rododendro di montagna.
Per il miele di castagno i premi sono due: oltre a “la goccia d’oro” c’è anche il premio Franco Marletto per i tipici piemontesi. In questo caso sono le stesse api che si arrampicano sulla montagna ai confini della Val Grande, l’area wilderness più ampia nelle Alpi, sempre più in alto seguendo i tempi della fioritura.
I dati scientifici dicono che le api volano fino a 600 km in tutta la loro vita, fino a 6 km per ogni uscita dall’arnia.
Da più di 9000 anni l’uomo raccoglie e si nutre di miele e la bontà del miele dipende da due fattori: dal lavoro delle api per produrlo e dall’intervento dell’uomo per estrarlo e rendelo pronto per il consumo.
E’ composto da zuccheri semplici (fruttosio-glucosio) facilmente digeribile, contiene: enzimi, vitamine, oligominerali e sostanze simil-antibiotico.
Esercita i suoi benefici nelle vie respiratorie con un’azione decongestionante, calmante della tosse, nei muscoli con l’aumento della potenza fisica e della resistenza, sul fegato e l’apparato digerente con un’azione protettiva, regolatrice e disintossicante, sui reni con un’azione diuretica, sul sangue con un’azione antianemica e sulle ossa su cui agisce fissando calcio e magnesio.
Viene consigliato un consumo costante di 20/30 g/die, salvo controindicazioni.
Ottimo per sostituire lo zucchero raffinato.
Andrea ha iniziato a produrre miele dieci anni fa e ha già raggiunto grandi risultati e riconoscimenti.
E io, che cerco sempre l’Eccellenza nei prodotti, ho avuto la fortuna di conoscerlo, di vedere come lavora, di assaggiare il frutto del suo lavoro e ho deciso di sostenere il suo lavoro portando il mio contributo nella commercializzazione: ora potete trovare sempre i suoi premiati mieli nel mio autonegozio nei mercati sul Lago Maggiore e in Ossola.